Anni di lotte femministe per dimostrare agli uomini che siamo come loro, che siamo in grado di lavorare, che meritiamo uno stipendio pari a loro, che abbiamo un cervello funzionante, che siamo brave e capaci anche in campi diversi dalla casa e dalle faccende domestiche. Ma ancora non ci siamo. Ancora le donne non sono considerate al pari degli uomini.
Spesso si associa il diritto ad essere riconosciute "pari" al desiderio di sentirsi "uguali" agli uomini, ma è sbagliato. Perchè non lo siamo, uguali. Ci sono delle differenze innegabili, la natura ci ha creato e selezionato così affinchè ci completassimo a vicenda: ad esempio gli uomini hanno un fisico più forte, le donne possono concepire e partorire figli. Ma non possono queste differenze porre i 2 sessi su due livelli gerarchici differenti. Diversità non deve significare inferiorità o superiorità. Questo è sbagliato. Diverso è solo diverso.
Nelle ultime settimane mi è capitato per ben due volte che una signora, una volta visto il mio secondo bambino, mi abbia detto "meglio se son maschi, avranno una vita più facile". Purtroppo è vero, ma non è giusto. Ogni volta che ci penso mi torna l'amaro in bocca.
Io sono donna e mamma e so come ti guardano in ufficio quando annunci che sei incinta, so cosa vociferano quando scappi a casa perchè hai il bimbo malato, so quanto bruciano certe mezze frasi, so come cambia la percezione del tuo rendimento se hai o non hai una famiglia a cui pensare.
La maternità è vista come una vacanza, poco importa se non hai più tempo nemmeno per una doccia rilassante: stai a casa tutto il giorno, quindi non lavori, hai tempo, non ti stanchi.
Vorrei un mondo in cui si riconosce alle donne l'importanza del loro ruolo nella società, perchè non serve a niente laurearsi in ingegneria, provare a fare carriera, competere con i maschi se poi al primo sentore di famiglia tutto svanisce in una nuvola di fumo.
Diventare mamme non ci fa dimenticare ciò che abbiamo imparato prima, noi femmine lo sappiamo bene, rispettate le nostre scelte e non giudicateci per esse.
Avrei voluto una figlia femmina per insegnarle a combattere, per insegnarle a farsi rispettare. Adesso mi dico che dovrò lavorare bene sui miei figli maschi affinchè domani siano uomini migliori di quelli che oggi incontro io.
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