lunedì 30 marzo 2015

Rivelazioni #nonsonowonderwoman

Via, si ricomincia, è lunedì, e ci si lascia alle spalle una settimana passata a festeggiare ripetutamente il quattrenne che stamani al risveglio mi ha chiesto "mamma, ma il mio compleanno è finito?" ("grazie al cielo, tesoro!!").
Una settimana divertente per lui, quanto devastante per la sottoscritta, perché ancora non ho ben ripreso il ritmo casa-ufficio-cose da fare e doverci mettere in mezzo anche la festa di compleanno è stato il colpo di grazia.

In realtà -a ben vedere- io per questa festa di compleanno ho fatto ben poco, mi sono limitata a fare il "direttore d'orchestra": ho fissato la stanza, prenotato pizza e schiacciata al forno, comprato bibite e stoviglie di plastica, ordinato alle nonne dolci e biscotti, contattato una animatrice per i bambini, agghindato la stanza con i festoni. Stop. 

Avrei voluto fare io il dolce, ma non potendo prender libero in ufficio non ero sicura di riuscire a ricavarmi il tempo. 
Mi sarebbe piaciuto organizzare una festa a tema ma sono partita a pensarci troppo tardi. 
Mi stavo documentando su quali giochi fare/organizzare per bambini di 4 anni, ma poi ho capito che non ci si improvvisa così su due piedi e ho chiamato chi sa come si fa e ha già tutto il materiale pronto. Ed è stato un successo.

Sapete? Grazie a questo compleanno disorganizzato ho capito che nonostante tutto sono una buona mamma. 

Tutti i giorni da 4 anni a questa parte leggo blog, mi informo, copio idee, prendo spunti.
Spesso il messaggio che passa attraverso i siti dedicati (o almeno è il messaggio che arrivava a me, sia chiaro) è che per essere una brava mamma bisogna essere Wonderwoman
Bisogna essere cuoche provette per cucinare solo cibi sani e nutrienti: compri merendine ed omogeneizzati pronti? sciagurata! 
Bisogna saper disegnare, incollare, inventare o i tuoi figli si annoieranno a morte, cucire loro pupazzi e vestiti per farli sentire speciali, portarli al museo o rimarranno ignoranti a vita.

Chi mi conosce sa che adoro cucinare, mi piace inventarmi lavoretti per me e per i miei figli, portarli ad esplorare il mondo in tutti i suoi aspetti. Ma non si può essere sempre così, o almeno io non ci riesco. Ci sono giorni settimane, in cui fatico a mettere insieme tutte le cose da fare, in cui mi ricordo alle 7 di sera che c'è da preparare la cena e ho tutto nel freezer, in cui vorrei mettermi a dipingere in terrazza ma ci sono pile di panni da lavare/stirare e parcheggio i figli alla tv, che vorrei fare e fare e fare ma poi alle 10 crollo svenuta sul divano.
In questi giorni di corse frenetiche, in cui non potevo sprecare alcun minuto -ma poi finivo sempre per fare tardi- ho avuto una rivelazione. Basta. Bisogna imparare a dire basta. Riconoscere i propri limiti con serenità.
Non riuscire a fare tutto da sola non significa essere una cattiva mamma. Ingaggiare una animatrice non significa disinteressarsi, significa accettare il fatto che "a me non mi riesce e però vorrei una festa in cui i bambini si divertissero". Se la festa a tema non è uscita, vuol dire che ci penseremo il prossimo anno. Se il dolce lo ha fatto la nonna...meglio, era anche più buono del mio.

Scusate lo sfogo, ma vorrei che la mia esperienza fosse utile anche ad altre mamme. La società ci chiede di essere perfette casalinghe, perfette cuoche, mamme serafiche che non urlano nemmeno davanti ad un divano pitturato di blu. Ma a noi piace anche studiare, avere un lavoro che riconosca i nostri sforzi fatti durante l'università (ma secondo voi mi sono sciroppata 3 esami di analisi matematica per fare la casalinga?!?), andare in palestra, rilassarci mezz'ora la settimana senza pensare a nulla. 
Troppo per 24 ore al giorno, non credete? 

#nonsonowonderwoman



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